nÂş 1609
Articolo
Pe. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
Nella Casa di Nazareth
1825. Consacrarsi a Dio
Il Beato Paolo VI quando andò in pellegrinaggio nella terra di Gesù, Israele, fece visita a Nazareth, e ci offrì una bella riflessione a partire da ciò che sentiva nello stare in quel luogo santificato dalla presenza di Gesù, Maria e Giuseppe. Disse: “Nazareth è la scuola dove si comincia a comprendere la vita di Gesù: la scuola del Vangelo. Qui si apprende a guardare, ascoltare, meditare e penetrare il significato, tanto profondo e tanto misterioso, di questa manifestazione tanto semplice, tanto umile e tanto bella del Figlio di Dio” (Allocuzione 5.1.1964). Cosa possiamo apprendere da Nazareth? La Sacra Famiglia ha mostrato molto bene come vivere in Dio in un mondo che insiste a negarlo. Certamente possiamo pensare al popolo d’Israele che aveva la fede, era religioso e devoto, ma … tutto questo finisce con Gesù e nel rifiuto del Vangelo. Già dall’Antico Testamento, nel linguaggio dei profeti, si parla di un resto fedele, i poveri di Jahvè (Sof 3,13). La famiglia di Gesù , i suoi discepoli e seguaci erano i poveri. Vivevano per il Signore pur nelle molte difficoltà e nelle violenze della vita. La vita della famiglia di Gesù per vivere a Nazareth, che era un luogo povero e senza espressione, vive l’intensità della vita. Incluso la vita religiosa, perché li non c’era una organizzazione di culto come nelle grandi città . Essere consacrato a Dio (Nazareo) esige questa apertura totale a Dio nella semplicità . E’ una scuola. Percepiamo questo nella vita di Gesù. In questa vita egli fu educato. Sempre in Dio in qualunque situazione e circostanza. Un canto dice:”Nella casa di Nazareth il si sereno e Dio si fa bambino”. Rispondere a Dio è semplice e discreto.
1826. PovertĂ come ricchezza
Nazareth secondo gli studi archeologici era un luogo fuori dalle rotte conosciute. Doveva avere circa duecento abitanti. Erano umili e poveri. Erano capaci di vivere intensamente con il poco che avevano. La povertà che si predica non è tanto la mancanza di cose, ma l’essere aperti a Dio che è la ricchezza più grande. Intanto tutto è grande, prezioso e ricco. Possiamo dire che la più grande sazietà è data dall’amore. Il distacco fa di ogni cosa una grande ricchezza. Una ricetta per una buona salute è: pane con amore. In realtà cerchiamo di riempire la nostra vita con tante cose, ma il poco quando è amato è grande ricchezza. Non ci adoperiamo perché manchino le cose, ma desideriamo l’abbondanza per tutti. Ma l’abbondanza senza il senso della ricchezza che viene da Dio non soddisfa. La povertà che apprendiamo da Nazareth è la ricchezza del cuore. Quando ci manca la semplicità , la capacità di servire, di essere felici in ogni luogo, anche se mancano alcune cose. Vivendo nell’amore tutto è ricco ed ha gusto. Un missionario che viveva in Angola durante la guerra diceva: “la gente mangiava foglie ed era felice”. Mancava tutto. Tieni dunque l’alimento per il cuore, non si desidera la miseria.
1827. Cercare acqua nel pozzo
La Famiglia di Nazareth insegna anche a vivere con gli altri. Quante volte Gesù e Maria saranno andati al pozzo a cercare l’acqua. Le case erano estremamente umili. Forse una camera per la famiglia e degli ambienti per gli animali e le poche riserve. Gesù era figlio del carpentiere, ma le sue parabole parlano di campi, di laghi. Lì ognuno aveva la sua piccola piantagione e degli animali. Era una grande famiglia. Vivevano vicini e dediti gli uni agli altri. Tutto era in comune. I problemi non mancavano. E’ in questo ambiente che dobbiamo cercare le virtù della Sacra Famiglia e far diventare sacra la nostra. In questo ambiente semplice, la semplice famiglia fu sufficiente per educare il Figlio di Dio fatto Uomo. In qualsiasi circostanza possiamo avere un cuore capace di amare e servire Dio. Così il popolo che soffre potrà incontrare una sorte nuova.
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